Le fratture radio-ulnari sono molto frequenti nella pratica clinica, e anche se aggredibili con diverse metodiche, non sempre rappresentano un problema di scontata e facile risoluzione.
I fissatori esterni rappresentano una delle tecniche d’elezione per questi segmenti ossei, e stabilità e ridotta invasività sono due caratteristiche che andrebbero a mio giudizio sempre ricercate in un’ impianto.
Vi propongo il caso di un Boxer F di 8 anni di nome Vega, 25 Kg di peso, presentatomi in seguito ad incidente stradale, dopo 9 giorni dal trauma.
Il paziente presenta una frattura obliqua, scomposta della diafisi di radio e ulna della zampa sinistra.
Considerando la razza, il temperamento del cane, e la capacità gestionale dei proprietari, ho deciso di applicare un impianto ibrido, molto rigido costituito da:
1. Due anelli circolari da 85mm di diametro, posti prossimalmente e distalmente alla linea di frattura, connessi da tre aste filettate.
2. Due binari ad un’asola connessi ai corrispettivi anelli, di cui quello prossimale con due fiches da 3mm, e quello distale con una fiches di 4mm.
3. L’anello prossimale montava due fili di K tensionati di 1,5mm di diametro, mentre quello più distale due da 1,8mm.
Rx pre-operatoria
Latero-laterale post-operatoria
Dorso-ventrale post-operatoria
Il decorso post operatorio non ha dato alcun problema, a parte una lieve ed intermittente secrezione a livello dell'ultima fiches, dove inizialmente la cagna riusciva a leccarsi.
Il processo di riparazione ossea è stato molto lento, tanto che l'impianto è stato smantellato dopo circa tre mesi e mezzo.
Controllo rx a 80gg